Scopri come attivare un tirocinio extracurriculare in modo facile e veloce
Una domanda che gli imprenditori si pongono di frequente è “come attivare un tirocinio extracurriculare?”. Questo strumento è infatti di una certa utilità, permettendo sia di formare che di testare una potenziale nuova risorsa, il tutto a costi contenuti. Insomma, si tratta di un’ottima scelta per un’azienda che intende acquisire personale. Sfortunatamente, quello dello stage o tirocinio è anche un argomento che può risultare piuttosto confuso, a partire già dal nome. Stage e tirocinio sono infatti due termini diversi per quella che sostanzialmente è la stessa identica cosa.
Esplorare più in profondità il processo di attivazione è, quindi, fondamentale per fare chiarezza sui dettagli che molti imprenditori non conoscono. In questo articolo andremo dunque ad esaminare i requisiti che devono essere rispettati per dare inizio ad uno stage extracurriculare, per poi fornire una breve guida dei vari passaggi che devono essere eseguiti per completare l’attivazione.
Come attivare uno stage in azienda: i requisiti da soddisfare
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i requisiti da soddisfare per poter attivare un tirocinio sono piuttosto semplici. In ordine:
- È necessario che siano presenti tre parti: azienda ospitante, ente promotore e tirocinante;
- Il tirocinante deve avere almeno 18 anni. Non c’è invece un’età massima, né alcuna limitazione in base allo stato occupazionale od altro. L’unica altra cosa da notare è che lo stagista non può aver precedentemente lavorato o fatto un tirocinio presso la stessa azienda;
- L’ente promotore deve essere accreditato alla Regione di riferimento per poter attivare il tirocinio.
Affinché lo stage possa partire, tutte e tre le parti devono essere presenti ed in regola. In termini pratici, ciò vuol dire che l’impresa ospitante deve riuscire a trovare uno stagista che soddisfi i requisiti di cui sopra, e accordarsi con un ente promotore. Ed è proprio questo accordo ad essere tipicamente considerato come il primo passaggio per attivare uno stage in azienda.
Step numero 1: la stipula di una convenzione
La prima cosa da fare è infatti stipulare una convenzione tra azienda ed ente promotore. La convenzione è, in sostanza, un accordo tra le parti, che definisce i loro impegni, obblighi e responsabilità. In parole povere, ciò significa che essa stabilisce:
- I dati legali e di riferimento dei contraenti;
- Una dichiarazione di responsabilità e l’affermazione di essere in regola con le normative regionali;
- Gli aspetti normativi che regolano lo svolgimento dello stage, ossia gli obblighi di impresa e promotore;
- La durata, decorrenza e tipologia della convenzione. Questo documento ha infatti una durata limitata, anche se rinnovabile, e può essere di due tipi: individuale o collettiva. La differenza tra i due è semplice: la prima è associata ad un solo progetto formativo, e quindi ad un solo tirocinio. La seconda permette invece di attivare più stage nel corso della sua durata, senza bisogno di stilare una nuova convenzione.
Step numero 2: stilare un progetto formativo individuale di tirocinio
La seconda parte nel processo di attivazione stage extracurriculare consiste nel definire un progetto formativo di tirocinio, o PFI (progetto formativo individuale). Questa è forse la parte più fondamentale, in quanto il progetto di tirocinio definisce praticamente tutti i dettagli dello stage. Durata, sede di svolgimento, retribuzione prevista, orari, mansioni che il tirocinante andrà a svolgere, obiettivi da raggiungere e competenze da apprendere… In sostanza, l’intero funzionamento del tirocinio extracurriculare è stabilito da questo documento. In aggiunta a ciò, i progetti formativi devono anche riportare una serie di informazioni di natura legale e amministrativa. Questi includono i dati anagrafici dei tirocinanti, i nominativi dei tutor e le informazioni relative ad ente promotore e soggetto ospitante.
Prima di proseguire dobbiamo però evidenziare un fatto estremamente importante. Spesso si fa riferimento alla combinazione di convenzione e progetto formativo come ad un “contratto di stage”. Questa definizione non è corretta: il tirocinio non è un rapporto di lavoro e non esiste quindi un relativo contratto. Sebbene i due documenti di cui abbiamo parlato svolgano un ruolo simile ad esso, essi non sono e non dovrebbero essere considerati tali.
Step 3: selezionare i tutor
In terzo luogo diventa quindi necessario selezionare due tutor, quello aziendale e quello dell’ente promotore.
Il tutor aziendale è per molti versi il più importante dei due. Come implica il nome, esso è selezionato dall’impresa ospitante tra i suoi dipendenti, e ha lo scopo di accompagnare lo stagista. I suoi compiti includono quindi:
- L’onboarding, ossia l’accoglienza e l’inserimento in azienda. In particolare, il tutor è generalmente la principale guida e fonte di informazioni per i tirocinanti;
- L’affiancamento. Il tutor aziendale accompagna e assiste lo stagista nei suoi compiti, aiutandolo e supportandolo;
- La formazione. Allo stesso tempo, egli si occupa anche di fornire al tirocinante le competenze e conoscenze necessarie per svolgere gli incarichi che gli sono stati assegnati;
- La supervisione. Come si può immaginare, questo stretto contatto con il partecipante al tirocinio extra curriculare implica che al tutor spetti anche una varietà di funzioni di monitoraggio. Queste includono la supervisione del lavoro svolto, l’assistenza in caso di bisogno, come anche la valutazione del raggiungimento degli obiettivi.
Aggiungiamo inoltre che il tutor deve avere almeno 3 anni di esperienza lavorativa in una posizione coerente con quella dello stagista.
Per quanto riguarda invece il tutor selezionato dall’ente promotore, questo ha compiti quasi esclusivamente di supervisione e assistenza. Egli si occupa infatti di verificare che tutto quanto proceda correttamente e secondo quanto stabilito dal PFI. Inoltre, questo tutor agisce anche come tramite tra impresa ed ente promotore, e può fornire supporto e assistenza sia all’azienda che al tirocinante in caso di bisogno.
Step numero 4: assicurare il partecipante e comunicare l’attivazione
Tecnicamente parlando, l’attivazione tirocinio extracurriculare è conclusa con la selezione dei tutor. Ci sono, tuttavia, due ultimi passaggi.
Il primo consiste nell’assicurazione del partecipante durante il tirocinio formativo extracurriculare. La legge italiana richiede infatti che lo stagista sia assicurato contro gli infortuni sul lavoro, e per la responsabilità civile verso terzi. A tal riguardo vale inoltre la pena di notare che al tirocinante è richiesto di frequentare un corso sulla sicurezza sul lavoro, nel caso non l’abbia già fatto.
Il secondo riguarda invece la comunicazione dell’attivazione stage. Sebbene non siano rapporti di lavoro, i tirocini extracurriculari sono infatti soggetti all’obbligo di comunicazione obbligatoria. Questo processo è però piuttosto semplice, in quanto si svolge per via telematica sul sito della Regione di riferimento.
L’importanza dell’ente promotore
Per molti versi si potrebbe dire che la risposta alla domanda “come attivare un tirocinio extracurriculare” sia “trovare un ente promotore”. Senza quest’ultimo l’intero processo diventa infatti impossibile; d’altro canto, un buon ente promotore semplificherà enormemente lo svolgimento dei vari passaggi, rendendo l’attivazione assai più facile e veloce. Un buon esempio di ciò è Clombiz a Milano: che garantisce infatti che lo stage venga attivato in meno di 24 ore, offrendo inoltre la possibilità di gestire l’intero processo, e successivamente anche lo stage, tramite una piattaforma online, e mettendo a disposizione dell’azienda un consulente dedicato in caso di bisogno.
In sostanza, trovare un ente promotore è il primo e ultimo passo per attivare uno stage. Primo in quanto necessario e obbligatorio, e ultimo perché sarà esso ad occuparsi di tutto il resto.