Che cosa impara l’apprendista frequentando il corso per apprendistato?
Parlando di contratti di apprendistato non si può far a meno di menzionare l’obbligo di formazione. Questa è infatti una delle principali regole a cui è sottoposto questo strumento: l’apprendista deve svolgere la formazione obbligatoria. Se questo requisito non viene soddisfatto l’impresa ospitante può andare incontro ad una varietà di sanzioni.
Fornire questa formazione obbligatoria apprendistato può però non essere facile. Essa assume infatti due forme differenti, una delle quali, detta formazione di base e trasversale, non può essere organizzata dall’azienda stessa, ma solo da un ente esterno specializzato.
Questo tipo di formazione, che prende la forma di un corso per apprendistato, sarà dunque l’argomento principale del nostro articolo. Andremo infatti ad esaminare come funziona, che ruolo svolge e che competenze fornisce all’apprendista, discutendo inoltre dell’obbligo di formazione più in generale, per cercare di offrire un’immagine più completa di questo argomento al lettore.
La formazione obbligatoria: come funziona?
Iniziamo dunque da un’analisi più generale della formazione per apprendistato professionalizzante.
Come abbiamo menzionato, essa può assumere due forme diverse: quella di base e trasversale e quella tecnica e specifica. Spesso ci si riferisce ad esse anche come formazione esterna ed interna, in quanto organizzate da un ente esterno e dall’impresa rispettivamente.
La formazione tecnico-specialistica riguarda principalmente le hard skills, competenze specifiche per svolgere un mestiere. Le sue caratteristiche (durata, argomenti ecc.) sono definite dal CCNL di riferimento, ed essa è fornita da un tutor aziendale sul lavoro.
La formazione trasversale apprendisti è invece piuttosto differente. Come implica il nome, essa si concentra sulle soft skills, le competenze trasversali, applicabili in più ambiti. A stabilirne il funzionamento sono le Regioni, mentre la formazione stessa è ricevuta frequentando dei corsi obbligatori per apprendisti appositamente realizzati da enti accreditati.
In altre parole, si potrebbe quindi dire che le due siano l’una l’opposto dell’altra in termini di luogo e modo in cui avvengono, di argomenti e di regolamentazioni. Entrambe impongono però che l’apprendista riceva un certo numero di ore di formazione. Se queste non sono fornite allora il contratto di apprendistato viene annullato, e l’impresa sanzionata, come vedremo più tardi.
I corsi formazione apprendistato: quali sono le loro caratteristiche e di che argomenti trattano?
Vediamo dunque di esaminare le regole che governano i corsi di formazione apprendistato in Lombardia.
Innanzitutto, bisogna notare che essi sono divisi in tre “annualità”. Ogni annualità è un corso separato, dalla durata di 40 ore, e un apprendista deve frequentarne un certo numero. Quest’ultimo dipende dal titolo di studio che possiede:
- Chi ha una laurea deve frequentare solo la prima annualità;
- Chi ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado deve ricevere le prime due annualità;
- Chi ha soltanto un diploma di scuola secondaria di primo grado, o nessun diploma, necessita invece di tutte e tre le annualità.
Bisogna inoltre notare che la formazione apprendisti deve avvenire entro un certo periodo di tempo dall’inizio dell’apprendistato. Più nello specifico, le imprese devono iscrivere il partecipante alla prima annualità entro 6 mesi, e alla seconda entro 18. Detto questo, mancare queste scadenze non comporta necessariamente la cessazione del contratto. In certe condizioni l’ispettorato del lavoro può infatti disporre del tempo extra per recuperare le ore perse.
Abbiamo, infine, gli argomenti trattati dai corsi obbligatori apprendistato. Questi dipendono dalla specifica annualità, ma, in quanto prestabiliti dalla Regione, sono fissi e non soggetti a cambiamenti. In particolare dobbiamo menzionare:
- Salute e sicurezza;
- Basi del diritto del lavoro;
- Contrattazione collettiva;
- Diritti e doveri di lavoratori e impresa.
Queste sono le competenze “di base”, necessarie in generale per lavorare. Ad esse si aggiungono poi una serie di competenze trasversali, che includono, per fare alcuni esempi:
- Capacità in ambito digitale;
- Capacità comunicative e relazionali;
- Lavoro di squadra;
- Basi della lingua inglese.
Come scegliere un corso per apprendistato: perché quello di Clombiz è particolarmente vantaggioso?
Prima di concludere questo articolo esaminando quali siano le conseguenze per le aziende che non rispettano l’obbligo di formazione vorremmo però dare un suggerimento al lettore che deve iscrivere un apprendista ad uno di questi corsi: affidarsi a Clombiz.
Scegliere un corso di apprendistato è infatti spesso uno dei compiti più difficili per un datore di lavoro. Questo è dovuto a due motivi: il primo è che i vari corsi appaiono spesso come piuttosto simili, in quanto trattano necessariamente degli stessi argomenti, anche se in realtà possono differire considerevolmente. Il secondo è che molti imprenditori percepiscono i corsi per apprendisti obbligatori come poco più di un peso da soddisfare, qualcosa che deve essere fatto, ma non fornisce alcun beneficio.
Clombiz cerca quindi di affrontare entrambi questi problemi, fornendo dei corsi di formazione per apprendisti capaci di distinguersi per i loro vantaggi e la loro efficacia. I corsi di Clombiz si svolgono infatti completamente online, sono tenuti da docenti esperti, e permettono alle imprese di scegliere sia la fascia oraria sia se preferiscano un corso intensivo o part-time.
Queste caratteristiche offrono alcuni importanti vantaggi. Da un lato permettono infatti a Clombiz di distinguersi per accessibilità e qualità della formazione. Dall’altro queste scelte garantiscono alle aziende maggiore controllo sul corso, rendendo possibile organizzarlo in base alle proprie esigenze.
Infine, l’elevata qualità delle lezioni aiuta a trasformare il corso apprendistato da un obbligo ad un vantaggio. Il partecipante non si limita infatti a soddisfare i requisiti imposti dalla Regione, ma impara effettivamente una serie di conoscenze e competenze utili, che ne incrementano il valore per l’impresa.
Quali sono le conseguenze per le aziende che non soddisfano l’obbligo di formazione?
Terminiamo quindi questo articolo discutendo brevemente di quali siano le sanzioni per chi viola l’obbligo di formazione.
Come abbiamo ripetutamente menzionato, l’apprendista deve seguire un certo numero di corsi apprendistato obbligatori a seconda del suo titolo di studio. Nel caso ciò non avvenga il contratto di apprendistato viene terminato, e l’impresa sanzionata. C’è, però, un’eccezione a questa regola. In certi casi l’ispettorato del lavoro può infatti considerare l’inadempimento come recuperabile, disponendo il recupero delle ore di formazione per apprendisti perse. In caso l’azienda riesca a soddisfare questa disposizione, e rimediare al mancato adempimento dell’obbligo, allora l’apprendistato può procedere come normale. Tipicamente ciò può accadere o nel primo anno del percorso formativo, oppure durante il secondo e il terzo, ma solo qualora l’apprendista abbia già ricevuto il 40% o il 60% delle ore richieste rispettivamente.
Se invece le cose non sono recuperabili, o se l’impresa viola anche la disposizione dell’ispettorato del lavoro, allora ci sono tre conseguenze principali:
- La prima è l’annullamento del contratto di apprendistato. Attenzione però: ciò non significa che il rapporto di lavoro si interrompe. Al contrario, l’imprenditore è obbligato ad assumere l’ex apprendista con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, indipendentemente dalla formazione o le competenze di quest’ultimo. Per molti versi si tratta quindi più di una trasformazione che di un annullamento del contratto;
- L’azienda è sanzionata con una multa dai 100 ai 600 euro, che crescono a 300-1500 in caso di recidività. Inoltre, se l’impresa ha ricevuto e non rispettato una disposizione, ad essa si aggiunge anche un’ulteriore sanzione tra i 500 e i 2500 euro;
- Infine, l’azienda perde l’accesso a tutte le agevolazioni offerte dal contratto di apprendistato, e deve pagare la differenza tra i contributi agevolati che ha versato e il loro valore reale.